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MIlano sotterranea

è on line il primo sito dedicato alla «Milano sotterranea» - www.milanosotterranea.com - cui ha fatto seguito l’imminente pubblicazione del volume Milano sotterranea e misteriosa (Mursia editore) di Gianluca Padovan e Ippolito Edmondo Ferrario. Il sito, che esplora un argomento noto precedentemente solo a studiosi e ricercatori, nato per raccogliere e divulgare a un pubblico ampio informazioni, notizie e immagini del patrimonio sotterraneo del capoluogo lombardo, portando alla luce i risultati delle ventennali ricerche dello Scam (Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano).

Zoo Safari Pombia

Pombia Park srl Strada Statale 32 km. 23,4 28050 POMBIA (NO) - P.I.13269710151 - tel. 0321-956431 - fax 0321-956401 - info@safaripark.it

 http://www.safaripark.it/

Milano Danza Expo 2012

  • Parco Esposizioni Novegro
  • via Novegro
  • Novegro
  • Tel. 02 / 7020.0022.
  • 25 novembre 2012
    dalle 12:00-20/21
  • Prezzi:
    Biglietti: 12/10 euro
     
     Lezioni, esibizioni e show dedicati al caliente ballo argentino e alla versione da sala dello stesso. Una full immersion di tre giorni nel dinamico e affascinante mondo della danza, con tutti gli stili e i generi rappresentati: dalla classica al Modern, dal mix style all’hip hop, dai balli etnici al Cheerleading. È quanto propone l’interattiva e poliedrica manifestazione che offre l’occasione di mettersi in mostra partecipando a stage, casting e audizioni; iscriversi a lezioni aperte e Concorsi, tra cui il Tripudium Ballet, l’International Choreographic Competition e il Musical Day; oppure assistere a esibizioni, performance e live show.  Inoltre il Salone si caratterizzerà per alcuni momenti di grande spettacolo con in cartellone (short version) venerdì (ore 19) ”Inverni” della Compagnia ”Liberi Di…” Physical Theatre e sabato (ore 19) ”Lucifero” della Compagnia Balletto di Siena. Inoltre, domenica (ore 12.45), saranno presentati in esclusiva alcuni estratti del musical ”Titanic. Orari: venerdì 12-21; sabato 10-21; domenica 10-20. 

Mercato dell'antiquariato sul Naviglio Grande

Ogni ultima domenica del mese (ad esclusione di dicembre quando è anticipata al 16) si rinnova l’appuntamento con il Mercatone dell’Antiquariato sul Naviglio Grande. 
Centinaia di banchetti distesi lungo un percorso di quasi due chilometri con l'esposizione di piccoli mobili, orologi (da polso e da tasca), porcellane, argenti, gioielli, bambole di ogni foggia, giochi (da tavolo) e balocchi, libri, occhiali, radio, bastoni da passeggio accuratamente lavorati, bronzi, vetri, fumetti, stampe e tanto altro ancora. 
Ad organizzare la manifestazione è l’Associazione del Naviglio Grande che assicura la qualità selezionata dei quasi 400 espositori presenti lungo le sponde dello storico canale. 
Ripa Ticinese e Alzaie (da v.le Gorizia al ponte di via Valenza e vie Paoli, Casale e Corsico). Ore 9-18. Sito: www.navigliogrande.mi.it

Fiera di Senigallia

  • Stazione Porta Genova
  • via Valenza
  • Milano
  • dal 24 novembre 2012 al 29 dicembre ogni sabato dalle 09:00 alle 19:00
Famoso mercatino di anticaglie, artigianato, abbigliamento, oggettistica e curiosità. Originariamente ospitata sulle rive della Darsena, è stata da qualche anno trasferita in via Valenza nei pressi della Stazione di Porta Genova.
È il più vecchio mercato delle pulci di Milano, le sue origini risalgono al 1800.

Storia d'Italia 1833 - 1878

La nascita della nazione Italia avvenne con l'aiuto dell'aristocratico Camillo Benso conte di Cavour e di Giuseppe Garibaldi.
All'inizio del XIX secolo, l'Italia era costituita da una serie di piccoli stati. Ad eccezione del regno del Piemonte-Sardegna e Roma, che era governato dal papa, gli altri stati rimanevano sotto il dominio di potenze straniere. Negli anni '30, il movimento indipendentista del risorgimento cominciò a crescere.
Nel 1848, scoppiarono rivoluzioni contro il governo straniero in molte città e stati italiani, ma vennero rapidamente soppresse. Nel 1849, Vittorio Emanuele II salì al trono di Piemonte e Sardegna e nominò Torino sua capitale. Egli era molto popolare, forse perchè tentò in diverse occasioni di limitare i poteri del clero, ed era affettuosamente riconosciuto come il re cavaliere.
Camillo Benso conte di Cavour divenne primo ministro del regno di Piemonte e Sardegna nel 1852. Nel 1858, egli instaurò un'alleanza con la Francia con la quale sconfisse gli austriaci nel 1859. L'Austria cedette la Lombardia alla Francia, che la consegnò al Piemonte in cambio della Savoia e di Nizza.
Gran parte dell'Italia del Nord venne quindi annessa al regno di Piemonte e Sardegna. Nel 1860, l'Italia del Sud, che in questo perido faceva parte del Regno delle due Sicilie, si ribellò. Giuseppe Garibaldi a capo di una rivolta conquistò il regno. 
A questo punto Cavour temeva che Garibaldi, divenuto ormai inarrestabile, cercasse di attaccare Roma, causando quindi l'intervento dell'Austria o della Francia in aiuto del papa. Cavour invase gli stati pontifici (ma non Roma) e diresse il suo esercito veros sud. Le truppe di garibaldi avevano preso Napoli e Cavour fu ben attento ad aggirare Roma. I due infine si incontrarono.
Cavour raggiunse un accordo dettagliato con Garibaldi, in base al quale il Regno d'Italia del nord otteneva la Sicilia, Napoli e gli Stati Pontifici. Nel febbraio del 1861, il primo parlamentonazionale si riunì a Torino e un mese più tardi Vittorio Emanuele II venne proclamato re d'Italia.
Due piccole aree non vennero annesse. Venezia era ancora sotto il dominio ell'Impero Austriaco e Roma era governata dal papà ma occupata dalla Francia.
Venezia vene ceduta all'Italia dopo la sconfitta dell'Austria durante la guerra austro-prussiana.
A Roma papa Pio IX non era assolutamente propenso a piegarsi a quello che definiva un re del nord.
La guerra franco-prussiana del 1870 costrinse i francesi a ritirare le loro guarnigioni da Roma che fu subito occupata dal'esercito italiano e divenne capitale d'Italia. Il papa si rifiutò di negoziare e si dichiarò prigioniero fino alla morte nel 1878.

Monterosso al Mare

Il borgo di Monterosso fu probabilmente fondato dai superstiti di quello leggendario di Albareto, sulle alture, distrutto dai Longobardi (VII secolo). L’insediamento del borgo avvenne alle foci del Torrente Buranco intorno al secolo IX. Nei secoli seguenti a causa delle incursioni saracene furono costruite, lungo tutta la fascia costiera torri di avvistamento contro il pericolo dei pirati. Alcune di questi torri sono visibili ancora oggi. Il primo documento che fa riferimento a Monterosso risale al 1056 sotto il dominio gli Obertenghi; nei secoli seguenti Monterosso e le cinque terre sono terra di contesa tra Genova e Pisa, dal 1254 Monterosso passa definitivamente sotto i Genovesi. Il borgo ha assunto, già dai primi anni ’60, una forte vocazione turistica grazie alle spiagge, alle acque cristalline, al clima mite che unite ad un incantevole paesaggio sono da sempre meta del turismo italiano e straniero. Oggi sono presenti nell’antico borgo marinaro e sul Lungomare di Fegina alberghi, ristoranti, bar, stabilimenti balneari e tanti altri servizi al turista che fanno di Monterosso la capitale delle Cinque Terre. Il Comune in collaborazione con Comitati e Associazioni locali organizza durante tutta la stagione turistica manifestazioni, spettacoli e giochi gratuiti per tutti. Da non perdere: la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista (1244 - 1307) con il campanile che era originariamente una torre di guardia, il convento dei Cappuccini (XVII secolo). Escursioni da tenere presnte: Sentiero pedonale Monterosso – Vernazza; Sentiero Monterosso – Santuario di San Antonio nel Mesco (ruderi, XIV secolo); antica strada Monterosso – Santuario di N.S. di Soviore; scalinata per il Convento dei Cappuccini e le antiche mura del castello, ora cimitero comunale. 








Fontainemore

Il paese si trova a 760 metri di altitudine, in un contesto naturale particolarmente piacevole, circondato da fitti boschi.

Un antico ponte medioevale a dorso di mulo con un‘unica arcata di 22 metri, conduce alla chiesa parrocchiale di Sant‘Antonio. La chiesa fu riedificata in epoca seicentesca sui resti di quella del 1400, danneggiata da alcune frane; all‘interno, oltre ad un coro in legno intagliato è notevole il portale del ‘600 in legno scolpito.

L‘insieme architettonico costituito dalla chiesa e dal suo ponte, con il torrente Lys che scende impetuoso e lo sfondo maestoso delle montagne, rappresenta un‘iconografia piuttosto ricorrente poiché molto suggestiva.

Il paese è sparso in numerosi villaggi ben conservati. Deve molto probabilmente il suo nome ad un‘antica fontana la “Fontaine de Saint-Maur“. Una versione indica che l‘acqua fosse resa fosforescente dalla presenza di insetti luminosi; un‘altra versione farebbe risalire il nome di questa sorgente da “Fontaine de la mort” per la presenza di arsenico nelle sue acque.

Da Fontainemore ogni cinque anni parte la tradizionale processione votiva alla Madonna nera del Santuario di Oropa, nel vicino biellese.


Bibliografia:
http://www.lovevda.it





La Pinacoteca di Brera

Una delle più importanti raccolte d'arte d'Italia e del mondo in quanto a ricchezza e qualità delle opere possedute, che spaziano dal tardo Medioevo al ventesimo secolo, con capolavori quali la Pala Montefeltro di Piero della Francesca, Lo sposalizio della Vergine di Raffaello e il Cristo morto di Mantegna.
Il nome Brera, con cui sono noti il palazzo e l'intero quartiere, poviene dalla parola braida, con la quale in latino medievale si intendevano dei terreni suburbani semi-incolti o tenuti a prato.
All'inizio dell'800 Napoleone Bonaparte emanò precise direttive perchè venissero fondate grandi gallerie nazionali, grazie alle campagne napoleoniche di requisizione di opere d'arte le raccolte della Pinacoteca si arricchirono enormemente e in breve tempo.

Pinacoteca di Brera
Via Brera, 28
20121 Milano

tel. 02 722 631
fax: 02 720 011 40
e-mail: sbsae-mi.brera@beniculturali.it

Orario di apertura:
h 8.30-19.15 dal martedì alla domenica (la biglietteria chiude 45 minuti prima)
Giorni di chiusura: tutti i lunedì, 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre

Immagini e movimento

Uno dei simboli di Firenze, Palazzo Vecchio o Palazzo della Signoria fu progettato da Arnolfo di Cambio attorno al 1299 come residenza dei Priori delle Arti, il palazzo fu completato nel 1314. La torre di Palazzo Vecchio, alta 94 metri, chiamata torre di Arnolfo fu costruita nel 1310, assieme con il palazzo, era probabilmente supportata da una più antica torre chiamata torre de’ Foraboschi. La torre fu terminata nel 1453 con l'erezione di una cuspide, una sfera di bronzo e il Marzocco (il leone simbolo di Firenze). Il palazzo si affaccia su Piazza della Signoria.
Al centro del cortile all'ingresso del palazzo è la fontana di Francesco del Tadda (1555-57) con una riproduzione del putto e delfino di Andrea del Verrocchio (Andrea di Michele di Francesco Cioni) del 1470 (l'originale è all'interno di Palazzo Vecchio nel quartiere degli Elementi).
La foto rapresentata è un tentativo di ridare vita e movimento alla statua del putto.

Fontana di Nettuno

Al centro di Piazza della Signoria, a ridosso del Palazzo Vecchio, si trova la fontana di Nettuno realizzata da Bartolomeo Ammannati e dal Giambologna realizzata tra gli anni 1563-1565 in occasione dell'inaugurazione di un nuovo acquedotto.
La figura colossale del Dio del mare su un carro trainato da quattro cavalli è contornata da tre giovani tritoni e da da quattro figure che rappresentano Doride oceania con la figlia nereide Teti e due divinità marine.
Viene segnalata dai più una somiglianza tra la faccia di Nettuno e quella di Cosimo I, noto esponente di queste realizzazioni di fontane che considerava espressione di prestigio e fama del Granducato.
Davanti alla vasca della fontana troviamo un epigrafe di bronzo con inciso il luogo in cui nel maggio del 1498 fu impiccato e bruciato fra' Girolamo Savonarola con Domenico Buonvicini e Silvestro Maruffi.

Il Ratto di Polissena

Il Ratto di Polissena è una scultura di Pio Fedi scolpita tra il 1855 e il 1865, è considerata il capolavoro dell'artista ed una delle più significative opere della scultura ottocentesca italiana, tanto da meritarsi la prestigiosa collocazione nella Loggia dei Lanzi in piazza della Signoria a Firenze, unica opera moderna tra capolavori antichi e rinascimentali.
Polissena, figlia minore di Priamo, rapita da Pirro, sta per essere sacrificata in previsione della partenza delle navi greche per il ritorno dalla guerra di Troia. Pirro, con la spada in pugnata, sta per vibrare il colpo per uccidere anche la madre di Polissena che lo trattiene alle calcagna.

Arcimboldo

 



Celebre per il suo stile, nel quale gli elementi vegetali e le figure animali divengono attributi antropomorfici, Giuseppe Arcimboldo rappresentò una fonte di ispirazione inesauribile per gli artisti del seicento e dei secoli successivi.
Il Palazza Reale di Milano ha ospitato una mostra, conclusasi il 22 maggio 2011, che ha messo in evidenza l'influenza che la tradizione artistica milanese e lombarda ebbero su Arcimboldo. La curatrice Ferino-Pagden (del Kunshistorisches Museum di Vienna) proponeva l’ipotesi che la serie delle famose "teste composte" conservata a Monaco di Baviera sia precedente, e pertanto di origine lombarda, a quella realizzata presso la corte austriaca, rinsaldando con questa analisi il legame artistico dell’Arcimboldo con Milano: le sue bizzarrie sono frutto e rielaborazione delle influenze dell’arte lombarda e quindi probabile causa, non conseguenza, della sua chiamata oltralpe.
Nella foto si vede l'Opera di Philip Haas: Winter; era stata esposta per l'occasione davanti all'ingresso della mostra. Opera a tutto tondo alta oltre tre metri ispirata alla testa composta dell'Inverno di Arcomboldo.


Il padre Biagio Arcimboldo o Arcimboldi era pittore presso il Duomo di Milano.
E' ancora un problema irrisolto la versione corretta del nome dato che lo stesso Giuseppe si firmava in modo diverso di volta in volta.
L'origine del nome è alemanna e la storia del casato risale ai tempi di Carlo Magno al cui seguito c'era un nobiluomo d’origine alemanna Saitfrid Arcimboldi.

Il precoce contatto di Giuseppe con l'arte fu favorito dall'amicizia del padre con Bernardino Luini allievo di Leonardo da Vinci. Non è documentato un contatto diretto con i due artisti, ma è noto che grazie al Luini Arcimboldo ebbe l'opportunità di venire in possesso degli appunti e dei quaderni con gli schizzi di Leonardo.
Un'intensa esercitazione sullo studio dei volti da parte degli allievi di Leonardo era caratteristica. In Leonardo il passaggio dall'esasperata indagine di caratterizzazione fisiognomica all'esplicita realizzazine di teste grottesche appare assai sottile, partendo dalla sua analisi di tratti espressivi del volto umano.
Come ha sotolineato Gombrich, Leonardo era allo stesso tempo fortemente attratto dal fenomeno della bellezza come da quello della bruttezza, "le bellezze con le bruttezze paiono più potenti l'una per l'altra".

Gianangelo, nipote di Giovanni Arcimboldo, fu arcivescovo di Milano... (vedi: http://arteepsicologia.blogspot.com/2011/04/arcimboldo.html)

Tratto da:
arteepsicologia.blogspot.com

ISSIME - EISCHEME

Piccolo centro della media valle del Lys, a 953 metri di altitudine, in una zona pianeggiante, tra prati e boschi, era già noto all‘epoca dei romani con il nome di “Axima“.
Nel 1500, durante la dominazione della casata dei Vallaise, a Issime si trovava il tribunale: oggi davanti all‘ex palazzo municipale se ne possono ancora vedere gli scanni.
La chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore risale al XVI secolo ed è stata costruita sulle rovine di un edificio precedente; è nota per l’affresco dell’inizio XVIII sec che adorna la facciata. Si tratta della raffigurazione del Giudizio Universale, per opera di artisti valsesiani. All‘interno è molto interessante l‘altare maggiore, del ‘600, in legno scolpito e dorato; notevoli anche gli altari laterali dell‘800.
A Issime viene parlata una lingua di chiara radice germanica, denominata “Toitschu“.
Issime è la base ideale sia in inverno per chi voglia frequentare le maggiori località sciistiche della vallata, sia in estate per la possibilità di effettuare numerose e interessanti escursioni, tra cui quella nel vallone di San Grato, verso il Colle di Dondeuil, attraverso alpeggi dove vi sono numerosi “Stadel“, costruzioni tipiche, ancora in buono stato.
Nel vallone di San Grato la cappella di Santa Margherita riporta alcuni dipinti a ricordo di una leggenda secondo la quale la valle risultava popolata da 6666 demoni. A tale proposito, in epoche remote, fu addirittura intentato un processo al diavolo.


Small town in the middle valley of the Lys, at 953 meters altitude, in a flat area with meadows and woods, it was already known in Roman times under the name "Axima."
In 1500, during the rule of the House of Vallaise, the court was in Issime: today in front of the former municipal building, there may still stalls.
The parish church of San Giacomo Maggiore dates from the sixteenth century and was built on the ruins of an earlier building, it is known for its' frescoes dating from the eighteenth century adorning the façade. It depicts the Last Judgment, painted by local artists Valsesian. Inside the altar is very interesting , '600, in carved and gilded altars are also worth the 800 side. In Issime it is speaken a language of the Germanic root, called "Toitschu".
Issime is the basis ideal in winter for those in search of the main ski resorts of the valley, in the summer for the chance to make a number of excursions, including one in the valley of San Thankful, towards the Dondeuill Hills, across mountain pastures where there are many " Stadel, "traditional buildings still in good condition.
In the Valley of San Grato the Santa Margherita' chapel has some paintings in memory of a legend that the valley was inhabited by 6666 demons. In this regard, in ancient times, was even held against the devil.

小城镇在山谷中间的赖氨酸,在953米的高空,在平坦的草地和树林面积,已经知道在古罗马时代的名义下“AXIMA。”
在1500年,在楼Vallaise规则,法院在Issime:今天,前市政建设的前面,可能仍然有摊位。






















Museo Nazionale del Cinema di Torino


è tra i più importanti al mondo per la ricchezza del patrimonio e per la molteplicità delle sue attività scientifiche e divulgative. Ma ciò che lo rende davvero unico è la peculiarità del suo allestimento espositivo
Il museo è ospitato all’interno della Mole Antonelliana, un monumento simbolo della Città di Torino il cui nome ricorda il suo progetista Alessandro Antonelli.
Nel 1964 è stato aperto al pubblico il primo ascensore all'interno della Mole. L'attuale impianto risale al 2000 e non prevede fermate dal piano zero agli 85,24 metri di quota al piano di sbarco del "Tempietto".
A partire dagli ambienti della Mole, lo scenografo svizzero François Confino ha lavorato d’ingegno e fantasia, moltiplicando i percorsi di visita per dare vita a una presentazione spettacolare, che investe il visitatore di continui e inattesi stimoli visivi e uditivi, proprio come capita quando si assiste alla proiezione di un film capace di coinvolgere ed emozionare.

Monte Bianco

L’idea di un collegamento internazionale tramite funivia tra Italia ed un Paese confinante aveva colpito l’attenzione del Conte Lora Totino, che si propose di collegare il versante italiano del Cervino al centro turistico di Zermatt. Vistosi negare il progetto dalle autorità svizzere, il Conte trovò nuove speranze con l’apertura della linea Chamonix-Aiguille du Midi.
Nacque, così, l’idea di collegare due stazioni ancora più prestigiose, Courmayeur e Chamonix, in un massiccio straordinario come quello del Bianco. Questa funivia consente oggi escursioni in alta quota con la possibilità di emozionanti esperienze di alta montagna. Si arriva così rapidamente in alta quota che si rischia di sottovalutare i rischi ed i pericoli, necessario dunque per i non esperti ricordarsi che si tratta di alta montagna e che dunque occorre documentarsi in merito ed avere la dovuta prudenza.