Immerso nel verde del parco che lo circonda, il castello della regina Margherita evoca un maniero turrito, costituito da un nucleo centrale cui si addossano cinque torrette cuspidate, l'una differente dall'altra. Tutta la ricca decorazione interna è un omaggio alla regina Margherita che, con i suoi soggiorni estivi a Gressoney tra il 1889 e il 1925, favorì lo sviluppo turistico della località che divenne una delle mete predilette dalla nobiltà dell'epoca. Per gli orari di apertura contattare direttamente la struttura.
Il Castello è un regalo che Umberto I volle fare alla sua sposa, La Regina Margherita di Savoia, la quale amava molto la montagna ed in particolar modo Gressoney che iniziò a frequentare dal 1889, inizialmente ospitata dal barone Luigi Beck Peccoz presso Villa Margherita, ora sede del municipio. Tutto il castello è in suo onore, tanto che la margherita e la lettera M sono motovi artistici ricorrenti. Considerando il fatto che accoglie particolari architettonici ed artistici di epiche differnti il suo stile viene definito eclettico.
Il castello è stato progettato da Stramucci, architetto della Real casa, mentre le decorazioni sono di Cussetti. Il rivestimento esterno è in Gneiss di Gaby e pietra di Gressoney, mentre i pilastri interni sono monoblocchi delle cave di Donnas. I pavimenti ed i soffitti sono in larice di Gressoney. I mobili e le boiserie sono opera di artigiani locali realizzati sotto la guida di Dellera.
La prima pietra fu posta nel corso di una cerimonia ufficiale alla presenza del re e della regina il 24 agosto 1889. Il xcastello fu terminato nel 1904 ma re Umberto non vide mai l'ultimazione dei lavori in quanto fu assassinato a Monza da un anarchico nel 1900.
Dal 1905 al 1925 la regina trascorse a Gressoney tutte le estati, passeggiando e facendo escursioni in montagna. La rigine morì a Borfighera nel 1926 a 74 anni ed il castello non fu più abitato per 10 anni. Il figlio Vittorio Emanuele III, preferendo la caccia alla montagna ed essendo già in possesso del castello di Sarre, decise di venderlo ad un industriale di nome Moretti, già fornitore della real casa, il qual elo vendette alla regione nel 1981. Al momento della vendita i mobili originali furono portati a Racconigi, attualmente rimangono nel castello pochi pezzi originali.
Il castello è stato progettato da Stramucci, architetto della Real casa, mentre le decorazioni sono di Cussetti. Il rivestimento esterno è in Gneiss di Gaby e pietra di Gressoney, mentre i pilastri interni sono monoblocchi delle cave di Donnas. I pavimenti ed i soffitti sono in larice di Gressoney. I mobili e le boiserie sono opera di artigiani locali realizzati sotto la guida di Dellera.
La prima pietra fu posta nel corso di una cerimonia ufficiale alla presenza del re e della regina il 24 agosto 1889. Il xcastello fu terminato nel 1904 ma re Umberto non vide mai l'ultimazione dei lavori in quanto fu assassinato a Monza da un anarchico nel 1900.
Dal 1905 al 1925 la regina trascorse a Gressoney tutte le estati, passeggiando e facendo escursioni in montagna. La rigine morì a Borfighera nel 1926 a 74 anni ed il castello non fu più abitato per 10 anni. Il figlio Vittorio Emanuele III, preferendo la caccia alla montagna ed essendo già in possesso del castello di Sarre, decise di venderlo ad un industriale di nome Moretti, già fornitore della real casa, il qual elo vendette alla regione nel 1981. Al momento della vendita i mobili originali furono portati a Racconigi, attualmente rimangono nel castello pochi pezzi originali.
SALA DA GIOCO. La veranda è stata ideata per dare un sostegno alla terrazza che si trova davanti all 'appartamento della regina, le piattaie sono originali e contenevano piatti in ceramica e peltro, anche il tavolo da biliardo è originale, il soffitto del salottino che riprende la forma della cupola. Sul caminetto è indicata la data del 1904: data dell’ultimazione lavori.
Inizialmente il castello era interamente riscaldato da camini in seguito, nel 1910 venne messo il riscaldamento centralizzato a legna e a carbone con i termosifoni in ghisa.
SALA DA PRANZO. Le cucine sono state costruite all’esterno perché la regina "non amava gli odori". Un tunnel sotterraneo collega la cucina alla sala da pranzo al cui interno si trovava un trenino a doppio binario che portava da un lato le vivande calde e dall’ altro i piatti vuoti. Dalle cantine un montacarichi portava i piatti fino ad un disimpegno dove i camerieri potevano accedere per prendere i piatti da servire a tavola. Il tavolo estensibile è originale e si trovava in posizione centrale. Sul camino si può osservare lo scudo sabaudo e un rombo, simbolo dell'alleanza matrimoniale; i simboli affiancati sono identici poiché re Umberto I e la regina margherita erano cugini di primo grado: lui era figlio di Vittorio Emanuele II mentre lei era figlia del Duca Ferdinando di Genova. La scritta FERT scolpita sul camino ha diverse interpretazioni, le più accreditate sono due: una lo vede derivare dal verbo latino FERUM che vuol dire portare, sopportare (“sopportare” il peso del potere), l'altra interpreta la scritta come un acronimo: FORTITUDO EIUS RODUM TENUIT (con la sua forza conquistò Rodi), il riferimento sarebbe al valore dimostrato da Amedeo III durante le crociate sull 'isola di Rodi.
SALONE PRINCIPALE. In estate il salone principale viene utilizzato per concerti di musica classica e jazz. In origine era l'ingresso principale e veniva usato solo in occasioni ufficiali, si possono tuttora ammirare le vetrate in stile liberty che fanno pendant con il lampadario in vetro di murano. La scala a forbice è in rovere e per dargli questa particolare inclinazione sono stati fatti molti bagni di vapore tecnica utilizzata anche per le botti e per le barche.
INGRESSO DELLO STAFFIERE. Veniva usato quotidianamente dalla regina. Il soffitto è scolpito con motivi sabaudi e dipinto con delle margherite. Il lampadario in ferro battuto è originale. Gli attaccapanni sono composti ognuno da tre pomelli uno piccolo per il cappello e gli altri due per il mantello e per la giacca ai lati venivano riposti bastoni e ombrelli. Sulla porta è scolpita l'aquila della Morienne, regione della Savoia da cui provenivano i Reali.
SALONE PRINCIPALE. In estate il salone principale viene utilizzato per concerti di musica classica e jazz. In origine era l'ingresso principale e veniva usato solo in occasioni ufficiali, si possono tuttora ammirare le vetrate in stile liberty che fanno pendant con il lampadario in vetro di murano. La scala a forbice è in rovere e per dargli questa particolare inclinazione sono stati fatti molti bagni di vapore tecnica utilizzata anche per le botti e per le barche.
INGRESSO DELLO STAFFIERE. Veniva usato quotidianamente dalla regina. Il soffitto è scolpito con motivi sabaudi e dipinto con delle margherite. Il lampadario in ferro battuto è originale. Gli attaccapanni sono composti ognuno da tre pomelli uno piccolo per il cappello e gli altri due per il mantello e per la giacca ai lati venivano riposti bastoni e ombrelli. Sulla porta è scolpita l'aquila della Morienne, regione della Savoia da cui provenivano i Reali.
SALOTTINO DI LETTURA. In questa stanza la regina amava leggere sulla sua sedia accanto alla finestra, dalla quale poteva contemplare il ghiacciaio, sono ben visibili il Lyskammorientale e il Lyskamm occidentale. La libreria in radica e noce è autentica del castello così com’è autentico il lampadario in ferro battuto che ha i girasoli che sostengono le lampadine.
PIANO SUPERIORE APPARTAMENTO DELLA MARCHESA PAOLA PESS DI VILLA MARINA. In questa stanza le tappezzerie sono originali, sono state staccate, lavate e restaurate e rimesse in sede, così è per tutte le tappezzerie del piano superiore e sono tutte in cotone tranne quelle della regina che sono in lino e seta. Il soffitto a cassettoni è più semplice. Ci sono alcune foto delle escursioni della regina e della corte,una la mostra al colle del Lys, era diretta al rifugio Capanna Margherita, il più alto d'Europa (4554mt.l). La regina e le dame di compagnia, percorsero a piedi quasi tutto l'intero tragitto ma in alcuni tratti, quelli piu impervi, fu aiutata da una slitta e dagli alpini. Era in 1893, l'anno successivo durante un escursione sul ghiacciaio del Grenz, il barone morì a causa di un infarto, la regina ne ebbe un trauma tale che non si sentì mai più di salire sul Monte Rosa
Tra le altre foto esposte nel castello si possono anche vedere la regina e re Umberto davanti alla chiesa di Gressoney St jean, la regina in compagnia della marchesa Paola Pess di Villamarina, la proprietaria della stanza, la regina, Re umberto e la corte sul trenino costruito per portare i materiali sin quassu poi smantellato, la regina e il barone in localita Stafal a Villa Rosa,padiglione di caccia della famiglia Beck Peccoz la regina al colle ranzola, la regina al colle valdobbia di fronte all ingresso dell Ospizio Sottile. La prima volta che la regina salì a Gressoney non esisteva la strada carrozzabile, cosi salì a dorso di mulo, una volta salì anche dalla Valsesia fino all ospizio sottile, pernotto lì e scese a Gressoney il giorno seguente.
APPARAMENTO DI RE UMBERTO. Questa stanza non è mai stata utilizzata dal re ma sporadicamente ospitò Vittorio Emanuele III. I mobili provenienti dalla veranda sono in stile liberty e sono autentici. APPARTAMENTO UMBERTO II. Si trova qui il dipinto di Tallone rappresentando il barone Luigi beck Peccoz che ospitò la regina nella sua villa prima che il castello venisse ultimato cioè dal 1889 al 1904. APPARTAMENTO DELLA REGINA . Tutti i mobili provengono da villa Margherita, (l'attuale municipio di Gressoney St Jean) eccetto lo scrigno , il lampadario e la poltrona rossa che sono originali. La coperta è il sottosella della regina ed è ricamati in fili d oro Sul soffitto vedete le lettere S ed M.Il dipinto della regina che indossa il costume di Gressoney è di Bertini. Il beaudoir ha il soffitto in legno lavorato e dipinto con la margherita nella margherita,le pareti sono affrescate.
IL PLASTICO. Il plastico è in legno e gesso ed è stato realizzato da in artigiano di gressoney e rappresenta la catena del Rosa dalla valle di Macugnaga a Valtournanche dietro si vedono Zermat e il Cervino. Sul tavolo si trovano 2 busti in gesso rappresentani i sovrani,al centro un busto in bronzo rappresenta una ragazza di gressoney che indossa la cuffia del costume tipico. Sul soffitto si può notare la scritta augurale HIC MANEBIMUS OPTIME (qui soggiorneremo ottimamente: è una frase riportata da Tito Livio nella sua Storia romana (Ab Urbe condita libri, V, 55) e attribuita a un centurione). Sulle porte laterali dello scalone vediamo le scritte VEIII (Vittorio Emanuele III) e MAS (Margherita Augusta Savoia).
Tra le altre foto esposte nel castello si possono anche vedere la regina e re Umberto davanti alla chiesa di Gressoney St jean, la regina in compagnia della marchesa Paola Pess di Villamarina, la proprietaria della stanza, la regina, Re umberto e la corte sul trenino costruito per portare i materiali sin quassu poi smantellato, la regina e il barone in localita Stafal a Villa Rosa,padiglione di caccia della famiglia Beck Peccoz la regina al colle ranzola, la regina al colle valdobbia di fronte all ingresso dell Ospizio Sottile. La prima volta che la regina salì a Gressoney non esisteva la strada carrozzabile, cosi salì a dorso di mulo, una volta salì anche dalla Valsesia fino all ospizio sottile, pernotto lì e scese a Gressoney il giorno seguente.
APPARAMENTO DI RE UMBERTO. Questa stanza non è mai stata utilizzata dal re ma sporadicamente ospitò Vittorio Emanuele III. I mobili provenienti dalla veranda sono in stile liberty e sono autentici. APPARTAMENTO UMBERTO II. Si trova qui il dipinto di Tallone rappresentando il barone Luigi beck Peccoz che ospitò la regina nella sua villa prima che il castello venisse ultimato cioè dal 1889 al 1904. APPARTAMENTO DELLA REGINA . Tutti i mobili provengono da villa Margherita, (l'attuale municipio di Gressoney St Jean) eccetto lo scrigno , il lampadario e la poltrona rossa che sono originali. La coperta è il sottosella della regina ed è ricamati in fili d oro Sul soffitto vedete le lettere S ed M.Il dipinto della regina che indossa il costume di Gressoney è di Bertini. Il beaudoir ha il soffitto in legno lavorato e dipinto con la margherita nella margherita,le pareti sono affrescate.
IL PLASTICO. Il plastico è in legno e gesso ed è stato realizzato da in artigiano di gressoney e rappresenta la catena del Rosa dalla valle di Macugnaga a Valtournanche dietro si vedono Zermat e il Cervino. Sul tavolo si trovano 2 busti in gesso rappresentani i sovrani,al centro un busto in bronzo rappresenta una ragazza di gressoney che indossa la cuffia del costume tipico. Sul soffitto si può notare la scritta augurale HIC MANEBIMUS OPTIME (qui soggiorneremo ottimamente: è una frase riportata da Tito Livio nella sua Storia romana (Ab Urbe condita libri, V, 55) e attribuita a un centurione). Sulle porte laterali dello scalone vediamo le scritte VEIII (Vittorio Emanuele III) e MAS (Margherita Augusta Savoia).
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