Tra il 1968 e il 1974 in Italia furono compiuti 140 attentati, tra i quali quello di piazza Fontana fu uno dei più sanguinosi (insieme alla strage di Bologna avvenuta nel 1980). In particolare, la strage di piazza Fontana viene diffusamente considerata come l'inizio della cosiddetta strategia della tensione.
L'esplosione avvenne il 12 dicembre 1969 alle ore 16:37: una bomba scoppiò nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, uccidendo diciassette persone (quattordici sul colpo) e ferendone altre ottantotto.
Vennero trovati manifesti anarchici con dei fili, firme anarchiche della strage? poi dimostratisi falsi..
Nel frattempo al geverno venivano chiesti poteri speciali reclamando lo stato di emergenza da esponenti di destra ...
Altre bombe inesplose in Piazza della Scala e a Roma ...
Il 12 dicembre l'anarchico Giuseppe Pinelli (già fermato ed interrogato con altri anarchici nella primavera 1969 per alcuni attentati, successivamente rivelatisi di matrice neofascista), viene fermato e interrogato a lungo in questura. Il 15 dicembre,
dopo tre giorni di interrogatori, Pinelli precipita dal quarto piano
della questura milanese e muore. L'inchiesta giudiziaria, coordinata dal
sostituto procuratore Gerardo D'Ambrosio,
individuò la causa della morte in un "malore attivo", in seguito al
quale l'uomo sarebbe caduto da solo, sporgendosi troppo dalla ringhiera
del balcone della stanza: l'autopsia non fu mai pubblicata e fu
accertato durante l'inchiesta che il commissario Calabresi
non era nella stanza al momento della caduta (fatto contestato dagli
ambienti anarchici in base alla testimonianza di uno dei fermati,
Pasquale Valitutti).
Pinelli per l'interrogatorio raggiunse la Questura in motorino, tanta era la fiducia che doveva avere nei suoi confronti il Commissario Calabresi.
Il Commissario Calabresi riteneva che la strage fosse frutto di "menti di destra, manovali di sinistra" con il coinvolgimento dunque in sede di ideazione della strage di movimenti ed apparati di destra.
Il 17 maggio 1972 Luigi Calabresi fu assassinato da militanti di estrema sinistra membri di Lotta Continua.
Nel Memoriale Moro compilato dalle Brigate Rosse deducendolo dall'interrogatorio cui lo sottoposero durante la prigionia, Aldo Moro avrebbe indicato come probabili responsabili della strage, così come in generale della strategia della tensione, rami deviati del SID (il servizio segreto), in cui si erano insediati negli anni diversi esponenti legati alla destra, con possibili influenze dall'estero, mentre gli esecutori materiali erano da ricercarsi nella pista nera.
Il 15 maggio 1973 nell'ambito dei processi sulla strage vengono incriminati Guido Giannettini, che fugge a Parigi e, anche a seguito di alcune dichiarazioni di Ventura sul legame di un "giornalista di destra" con la strage, il giornalista de La Nazione Guido Paglia, appartenente ad Avanguardia nazionale (successivamente prosciolto in istruttoria dal giudice D'Ambrosio). Si scoprirà successivamente che la fuga di Giannettini era stata coperta dal SID, di cui era collaboratore, e che in Francia continuerà ad essere stipendiato per diverso tempo dai servizi.
Il SID, interpellato nuovamente e incalzato dagli eventi, il 12 luglio 1973, dichiarerà per voce del generale Vito Miceli "notizie da considerarsi segreto militare" e "non possono essere rese note".
Circa un anno dopo, il 20 giugno 1974, Giulio Andreotti (allora ministro della Difesa del governo Rumor V), indicherà in un'intervista a Il Mondo Giannettini come collaboratore del SID, sostenendo che era stato uno sbaglio non rivelare durante le indagini dei mesi precedenti l'appartenenza dello stesso ai servizi. Nel successivo agosto Giannettini si consegna all'ambasciata italiana di Buenos Aires.
Nel febbraio 1979 si conclude il processo di primo grado a Catanzaro e Giannettini viene condannato all'ergastolo. Due anni dopo, nel 20 marzo 1981, sempre a Catanzaro, si conclude il processo d'appello, che assolve Giannettini per insufficienza di prove e ne ordina la scarcerazione e la Corte di Cassazione, nel giugno 1982, confermerà la parte di sentenza d'appello che ne prevede l'assoluzione.
Dario Fo nel 1970 scrisse e mise in scena una commedia dedicata all'assassinio di Giuseppe Pinelli, Morte accidentale di un anarchico. Per la rappresentazione di questo spettacolo subì più di quaranta processi in giro per l'Italia.
Francesco De Gregori si riferisce alla strage ("Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre") nella canzone Viva l'Italia inserita nell'omonimo album del 1979.
Giorgio Gaber fa riferimento alla strage di piazza Fontana nella canzone "Qualcuno era comunista" ("Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera...")
Nel Memoriale Moro compilato dalle Brigate Rosse deducendolo dall'interrogatorio cui lo sottoposero durante la prigionia, Aldo Moro avrebbe indicato come probabili responsabili della strage, così come in generale della strategia della tensione, rami deviati del SID (il servizio segreto), in cui si erano insediati negli anni diversi esponenti legati alla destra, con possibili influenze dall'estero, mentre gli esecutori materiali erano da ricercarsi nella pista nera.
Il 15 maggio 1973 nell'ambito dei processi sulla strage vengono incriminati Guido Giannettini, che fugge a Parigi e, anche a seguito di alcune dichiarazioni di Ventura sul legame di un "giornalista di destra" con la strage, il giornalista de La Nazione Guido Paglia, appartenente ad Avanguardia nazionale (successivamente prosciolto in istruttoria dal giudice D'Ambrosio). Si scoprirà successivamente che la fuga di Giannettini era stata coperta dal SID, di cui era collaboratore, e che in Francia continuerà ad essere stipendiato per diverso tempo dai servizi.
Il SID, interpellato nuovamente e incalzato dagli eventi, il 12 luglio 1973, dichiarerà per voce del generale Vito Miceli "notizie da considerarsi segreto militare" e "non possono essere rese note".
Circa un anno dopo, il 20 giugno 1974, Giulio Andreotti (allora ministro della Difesa del governo Rumor V), indicherà in un'intervista a Il Mondo Giannettini come collaboratore del SID, sostenendo che era stato uno sbaglio non rivelare durante le indagini dei mesi precedenti l'appartenenza dello stesso ai servizi. Nel successivo agosto Giannettini si consegna all'ambasciata italiana di Buenos Aires.
Nel febbraio 1979 si conclude il processo di primo grado a Catanzaro e Giannettini viene condannato all'ergastolo. Due anni dopo, nel 20 marzo 1981, sempre a Catanzaro, si conclude il processo d'appello, che assolve Giannettini per insufficienza di prove e ne ordina la scarcerazione e la Corte di Cassazione, nel giugno 1982, confermerà la parte di sentenza d'appello che ne prevede l'assoluzione.
Dario Fo nel 1970 scrisse e mise in scena una commedia dedicata all'assassinio di Giuseppe Pinelli, Morte accidentale di un anarchico. Per la rappresentazione di questo spettacolo subì più di quaranta processi in giro per l'Italia.
Francesco De Gregori si riferisce alla strage ("Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre") nella canzone Viva l'Italia inserita nell'omonimo album del 1979.
Giorgio Gaber fa riferimento alla strage di piazza Fontana nella canzone "Qualcuno era comunista" ("Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera...")
Chi sono stati i responsabili? Si stava organizzando un colpo di stato? Erano gruppi di estrama destra sostenuti da servizi segreti esteri per fermare "l'avanzata comunista"? Si cercò di incolpare gruppi di estrema sinistra per ottenere leggi per perseguitare avversari politici di sinistra?
Vi eran inflitrati dipedenti dello stato sia nei gruppi di sinistra che di destra, come mai non si riuscirono a fermare le ripetute stragi? Peraltro le bombe si rivelarono due: che significa? che qualcuno mise forse una bomba a timer che doveva esplodere quando la banca fosse stata vuota e che qualcun altro fece scoppiare una bomba più potente che ha fatto esplodere pure l'altra?
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