Espressionismo

Non è un movimento unitario, non è incondizionatamente una reazione all'impresisonismo, per alcuni non è nemmeno un movimento.
In termine sarebbe nato prima in riferimento ai fauves francesi e, solo nel 1910, usato dal mercante d'arte Paul Cassier per caratterizzare l'arte di Pechestein in ciontrapposizione all'impressionismo. Intorno al 1914 , anche a causa della guerra, i gruppi che formano l'espressinismo tedesco sono già in crisi: Die Brucke, nata a Dresda e trasferita a Berlino intorno al 1910, si è sciolta nel 1913; a Monzaco Der Blaue Reiter, dopo la morte in guerra di August Macke (1914) e Franz Marc (1916), cessa le iniziative comuni.
L'espressionismo ha dunque la sua massima espressione tra il 1905 e il 1914, anno dop il quale l'espressionismo pittorico tende a perdere di rilievo.

La scarsa dimestichezza dei pittori espressionisti con il pennello è bilanciata, secondo Jolanda Nigro Covre, dal rapporto strettissimo con il romanticismo tedensco, e dall'eredità dei filosofi da Kant a Hegel a Nietzsche.
Tra gli assunti teorici di origine kantiana e hegeliana vanno sottlineate rispettivamente da teoria della pura visibilità e la teoria dell'immedesimazione, o empatia, o simpatia simbolica.
Nella pura visibilità è individuata una facoltà conoscitiva della propria visione, ben distinta da quella razionale che procede per concetti, ma anche da ogni fattore emozionale o religioso. Il pittore prosegue il processo di conoscenza "creando" immagini rigorosamente bidimensionali (in quanto tale è il supporto) dotate di una struttura tendente all'equilibrio, all'unità ordinata, all'armonia.

I temi degli espressionisti consistono in figure, paesaggi, gruppi di nudi, nature morte. Numerosissimi sono i temi religiosi, cristiani e biblici. La proiezione dello stato d'animo nel paesaggio e nella natura morta consente  di  configurare questa tematica nel suo complesso come un'analisi del soggetto, dei suoi dati psicologici ed esistenziali.

L'espressionismo è stato anche individuato come il movimentodi rottura più radicale con la concezione edonistica dell'arte, presupposto di ogni successiva posizione culturalmente rivoluzionaria per il suo spirito ribellistico, prodotto infantile di un disagio in seguito maturato in rivolta e denuncia; rivoluzionario in quanto deliberatamente dichiarato in termini di negatività assoluta ed "estetica del brutto". Si tratterebbe del disagio, questo almeno in Germania, per la politica tedesca lanciata verso l'espansione industriale e la conquista del primato nei mercati stranieri, dove l'artista si configura come prodotto (reattivo) dell'alienazione e del male di vivere, preannunciati dalla tipologia romantica e più tardi esplosi nel'esistenzialismo.

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