Aboliamo l'8 per mille

Ogni anno devolvi le tue tasse alla Chiesa Cattolica.. e non lo sai!

L'otto per mille indica una quota di imposta che lo Stato italiano ripartisce, in proporzione secondo quanto indicato dai contribuienti, fra lo Stato e diverse confessioni religiose. È stata introdotta dall'art. 47 della legge 20 maggio 1985 n. 222,in attuazione del concordato del 1984 tra la Repubblica Italiana e lo Stato del Vaticano. 
Persino l'otto per mille del gettito fiscale di chi non effettua una scelta o di chi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi viene ripartito tra i soggetti proposti dalla lege come beneficiari, in proporzione alle scelte espresse dagli altri contribuenti. 

In periodo di crisi appare particolare che non si consideri che:
non c'è motivo per il quale le Chiese non debbano pagare l'imu;
non c'è motivo per il quale le Chiese non debbano pagare le tasse sulle donazioni che ricevono;
è assurdo che si chieda a chi donare l'8 per mille e il 5 per mille, come se ci fosse un ecesso di entrate, se c'è un eccesso di entrate che prima riducano le tasse prima di metersi a fare donazioni;
lo Stato è laico, dunque come mai tali donazioni debbono andare alle chiese e non allora ad ospedali, a società sportive etc.?

Fino a due decenni fa lo Stato italiano pagava direttamente lo stipendio al clero cattolico, con il meccanismo della congrua. Nell’ambito delle trattative per il “nuovo” Concordato si decise un nuovo meccanismo di finanziamento alla Chiesa cattolica, solo in apparenza più democratico e trasparente in quanto allargato alle altre religioni: lo Stato decideva di devolvere l’8 per mille dell’intero gettito IRPEF alla Chiesa cattolica (per scopi religiosi o caritativi) o alle altre confessioni o allo stato stesso (per scopi sociali o assistenziali), in base alle opzioni espresse dai contribuenti sulla dichiarazione dei redditi.

In realtà nessuno destina il proprio gettito: il meccanismo assomiglia di più ad un sondaggio d’opinione, al termine del quale si “contano” le scelte, si calcolano le percentuali ottenute da ogni soggetto e, in base a queste percentuali, vengono poi ripartiti i fondi.
Come se non bastasse, la mancata formulazione di un’opzione non viene presa in considerazione: l’intero gettito viene ripartito in base alle sole scelte espresse.
Alcune confessioni, più coerentemente, lasciano allo Stato le quote non attribuite, limitandosi a prelevare solo quelli relativi ad opzioni esplicite a loro favore: cosa che NON fa la Chiesa cattolica, ottenendo un finanziamento quasi triplo rispetto ai consensi espliciti ottenuti a suo favore.
ECCO PERCHÉ È IMPORTANTE COMPILARE QUESTA SEZIONE DELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI.
Qualora il contribuente non sia tenuto alla presentazione della dichiarazione, può comunque effettuare ugualmente la scelta della destinazione dell’8 per mille consegnando il CUD in una busta chiusa a un ufficio postale.
Distribuzione 2010 (redditi 2006 dichiarati nel 2007)
Totale da ripartire 1.149.289.469 euro
Contribuenti che hanno espresso una scelta: 43,5%
beneficiario% su scelte
espresse
importo
ripartito
note
Chiesa Cattolica85,01%977.010.978
Stato11,95%151.950.433Riceve rinunce a quote scelte inespresse
Metodisti e Valdesi2,05%10.248.789Rinunciano a quota scelte inespresse
Comunità Ebraiche0,37%4.252.371
Luterani0,25%2.873.224
Assemblee di Dio0,20%999.882Rinunciano a quota scelte inespresse
Avventisti settimo giorno0,17%1.953.792
Si noti che, in tale occasione, su oltre trenta milioni di contribuenti solamente il 43,5% ha espresso un’opzione: solo il 36,98% della popolazione, quindi, ha espresso una scelta a favore della Chiesa cattolica, alla quale è però consentito di mettere le mani sull'85,01% dei fondi.

http://www.uaar.it/laicita/otto-per-mille

Sono stati depositati in cassazione 6 referendum dai Radicali. Il primo dei 6 quesiti riguarda il finanziamento pubblico ai partiti: se ne chiede l’abolizione completa. Il secondo è sull’otto per mille: per abrogare la norma che ridistribuisce tra le confessioni religiose i soldi di chi non ha espresso una scelta sulla dichiarazione dei redditi. Parliamo di circa 600 milioni che devono restare allo Stato.
Il terzo quesito riguarda la decarcerizzazione delle violazioni per fatti di lieve entità della normativa sugli stupefacenti, come l’autocoltivazione e l’uso personale.
Il quarto e il quinto quesito sono entrambi sull’immigrazione: per ridurre a 60 giorni il tempo massimo di reclusione degli immigrati nei Cie e per facilitare la regolarizzazione dei lavoratori immigrati. Si taglierebbero drasticamente i costi dei Cie e si incrementerebbero invece le entrate fiscali.
L’ultimo quesito si riferisce al divorzio: per cancellare la follia tutta italiana dei tre anni di separazione prima del divorzio.
Per approfondire sui quesiti e leggerne i testi è attivo da oggi il sito www.lisostengo.it.

http://www.radicali.it/comunicati/20130410/depositati-cassazione-6-nuovi-referendum-radicali-riformare-ripartire-risparmiar

http://it-it.facebook.com/pages/Basta-caste-ed-esenzioni-Aboliamo-l8-per-mille-per-3-anni/180017322070809

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