Santorini

Santorini (in greco moderno Σαντορίνη, "Santorini", ma anche Θῆρα, "Thera" in greco antico) è un'isola meridionale dell'arcipelago delle Cicladi, la maggiore, nel mare Egeo. La sua superficie è di 79,194 km². Il nome Santorino le fu dato dai Veneziani in onore di Santa Irene.

Geografia


Immagine da satellite dell'isola di Santorini.
Immagine dall'aeroplano
È un'isola vulcanica, originariamente circolare, con una laguna marina interna ed un ampio cratere, posto circa 8 km a nord-est dalla costa interna proprio al centro della laguna. L'acqua del mare penetrava attraverso l'unica via d'accesso ai porti interni, delimitata ai lati da due scogliere.
Capoluogo dell'isola è Fira (Φηρά), scalo portuale di riferimento del turismo insulare ellenico, particolarmente intenso sulla stessa Santorini.
Il secondo centro abitato che si trova a nord dell'isola è Oia (si legge Ia), antico centro rinomato per i suoi mulini a vento e da cui si possono ammirare i tramonti sul mare Egeo. Altri centri abitati importanti sono Kamari, Perissa, Akrotiri, Emporio, Pyrgos, Imerovigli e Karterados.
Il punto più alto dell'isola è il monte Profitis Illas a 567 m. È un piccolo vulcano con una piccola caldera.
La principale risorsa economica è data dall'esportazione della pozzolana e dei vini pregiati. Nell'isola si produce un ottimo vino dal sapore dolce e molto corposo, il Vin santo, da non confondere con l'omonimo vino toscano.

L'arcipelago di Santorini

Oltre che da Santorini stessa altre isole fanno parte di quel che si può considerare un piccolo arcipelago:
  • Therasia, un'isola abitata che faceva parte della grande isola originaria.
  • Aspronisi, un grosso scoglio anch'esso parte della vecchia Santorino.
  • Palea Kameni, isola vulcanica che per prima si è formata nelle eruzioni successive alla grande esplosione.
  • Nea Kameni, l'isola vulcanica più recente che contiene un vulcano ancora attivo, la cui ultima eruzione avvenne nel 1950

Storia 

L'isola fu sventrata in parte da un'apocalittica eruzione del vulcano avvenuta intorno al 1627 a.C. ed invasa successivamente quasi del tutto dal mare.
Fu la più imponente eruzione avvenuta in Europa in epoca storica, che ebbe conseguenze devastanti per la civiltà minoica, e fu la principale causa dell'inizio del suo declino completo, di cui abbiamo testimonianze a Thera; secondo i più recenti studi, l'eruzione del vulcano provocò dapprima una pioggia di pomici e ceneri, poi piovvero massi più grossi ed infine la caratteristica pomice rosa che ha reso celebre l'isola. Quindi il vulcano esplose: un getto di materiali compressi e di gas surriscaldati raggiunse la stratosfera ad una velocità di 2000 km/h facendo udire i suoi boati dall'Africa alla Scandinavia, dal Golfo persico a Gibilterra. Le ceneri furono sparse per molti chilometri e trasformarono il giorno nella notte più cupa e alterarono, probabilmente, albe, tramonti e condizioni meteorologiche.
La violenta esplosione di magma svuotò il gigantesco bacino magmatico sottostante l'isola, provocando il crollo dell'edificio vulcanico; miliardi di metri cubi d'acqua si precipitarono nell'abisso incandescente: la repentina vaporizzazione dell'acqua scatenò una serie di esplosioni titaniche (fenomeni piroclastici) che scardinarono ciò che restava dell'isola, sollevando immense ondate alte fino a 60 metri, originando uno tsunami che raggiunse la costa settentrionale di Creta con onde alte fino a 20 m devastando tutti i villaggi di quella zona.
Nel 1967 nella località di Akrotiri, gli archeologi riportarono alla luce un'antica città, quasi completamente intatta come Pompei e ricoperta da antiche ceneri. La scoperta fu catalogata come tra le più importanti nella storia dell’archeologia. Diverse case furono portate alla luce e presentavano un sofisticato sistema idraulico, con tanto di bagni e acque correnti che defluivano in un perfetto sistema fognario. Questo sito testimonia una delle prime forme di ingegneria urbana mai scoperte nella storia.

Il mito di Atlantide


E' stato ipotizzato che la particolare conformazione circolare dell'isola, la fiorente civiltà che la abitava, e l'apocalittica eruzione vulcanica che la spazzò via in brevissimo tempo, possano essere stati alla base del racconto di Atlantide di Platone. In due suoi dialoghi, Timeo e Crizia, il filosofo accenna a un'isola, abitata dalla stirpe di uomini più nobile della terra e governata da una civiltà utopistica in grado di dominare quasi tutto il Mediterraneo. Secondo Platone l'invasione da parte questa civiltà, che si trovava non nell'Egeo ma oltre le colonne di Ercole, fu respinta dagli ateniesi e l'isola stessa sprofondò a causa di un violento terremoto nel giro di un giorno e una notte.


Bibliografia
Wikipedia

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